Benoit Maria Bouhier
Una linea di pensiero forte che attraversa tutta la cultura occidentale prende in esame la relazione tra la matematica e la natura, in un’ottica di condivisione strutturale, nel senso che la conoscenza che si ha del linguaggio matematico la si condivide con la divinità creatrice.
Ciò rende possibile all’uomo di indagare la natura attraverso la matematica e quindi di darne delle rappresentazioni, che possono essere numeriche, geometriche, pittoriche, architettoniche, etc.
Questa impostazione di pensiero è molto antica, prende le mosse da Pitagora e giunge fino ai giorni nostri, fino ad Einstein quando affermava “Dio non gioca a dadi”.
E’ innegabile che ci siano delle corrispondenze precise tra la matematica e la natura, e ciò è dimostrato dalla successione numerica di Fibonacci nell’aspirale delle conchiglie, dalle teorie sui frattali nei cristalli di neve, nella costruzione esagonale delle celle delle api, dal movimento degli astri secondo la legge di gravitazione universale, etc. Con la matematica è possibile descrivere e comprendere i fenomeni naturali. Nel rinascimento italiano vi fu una particolare fioritura di queste teorie e di queste indagini, ed è proprio a questo periodo che fa riferimento il lavoro di Bouhier, ed in particolare le teorie sulla prospettiva di Piero della Francesca e i trattati sulla sezione aurea di Luca Pacioli.
A quest’ultimo e a Leonardo da Vinci l’artista dedica la grande scultura in legno che riproduce il rhombocuboctaedre. La ricerca geometrica e l’ indagine dello spazio e della forma, accompagnano il lavoro di Bouhier fin dagli esordi, dalla scomposizione geometrica delle uova, alla sintesi formale dell’anatomia del cavallo.
Anche nella scelta dei suoi materiali, il legno e la cera d’api, emerge un fortunato connubio tra gli elementi geometrici e quelli naturali.
Benoit Bouhier, artista raffinato ed ebanista molto ricercato, ripropone quell’ideale connubio tra arte e scienza che ritroviamo nella bottega rinascimentale.
Il suo riportare l’attenzione a una concezione culturale in cui le discipline non sono separate e in cui l’artista e l’artigiano sono tratti di una stessa attività, trasferisce nella modernità l’idea dell’arte anche come techne, intesa in senso classico.