Richi Ferrero
Richi Ferrero (1951, Torino) vive e lavora a Torino.
THE LAST BLUE RIDER è parte di un lavoro più ampio nato dalle riflessioni dell’artista sulle potenzialità creative offerte dall’utilizzo della luce nera, o luce di Wood, modulata sulla struttura della ragnatela, eccezionale esempio in natura di “organizzazione geometrica e architettonica” : da qui nascono i tracciati luminosi , sui quali luce e il buio, abilmente veicolati nello spazio e nei limiti da essi creati, stimolano suggestioni visive sempre nuove.
Dice l’artista: “L’invisibile e il visibile sono proprietà che si riferiscono a ciò che riteniamo generalmente reale o irreale, reale o magico o appartenente alle ragioni con le quali le religioni risolvono l’inesprimibile e l’inspiegabile. Per il ragno, il suo invisibile filo, rappresenta lo strumento di sopravvivenza per il cibo e la difesa. Per me un’esperienza infantile quando, improvvisamente, camminando in un bosco, non vedendole, mi prendevo le ragnatele in faccia. Una sorpresa fastidiosa, ma sempre stupefacente e lo stupore nasceva dal non averle viste prima, dall’essermi imbattuto nell’invisibile.”
L’accendersi e spegnersi delle luci nell’ambiente che ospita l’opera è un gesto tecnico che modifica la percezione dei tracciati luminosi e quindi dello spazio. Poter vedere chiaramente le opere vale quanto sottrarle alla vista, come vale la ragnatela in quanto c’è, esiste, anche quando le condizioni della luce naturale la rendono invisibile.
La luce nera è per queste opere notturne il sole della notte, ciò che le rende visibili, mentre la luce bianca è la nuvola che, oscurando il sole, quasi le cancella.