Odinea Pamici
“Io stesso, non so da dove mi venga questo male. Forse è il vento che sibila…” (da “ l’uomo nero” di Sergej Esenin).
Tempo addietro scrissi : “sia l’arte, che la vita e il cibo sono passioni travolgenti, che stanno tra cultura, ragione e l’ incontrollabile manifestazione delle proprie emozioni“. Cucinare è un atto creativo, come inventarsi giorno dopo giorno il nostro percorso di vita, e l’arte è una complicità sintonica.
Sento l’arte legata alla vita in una specie di empatia. Se l’arte attinge dalla propria vita, anche la vita si trasforma in arte, diventano un tutt’uno.
La ricerca nell’arte, spesso è una specie di autoanalisi massacrante: tuffarsi filtrando nei pozzi profondi della memoria, sia culturali che intimi, e nonostante le varie elucubrazioni, si esce con un impulso irrazionale e irrefrenabile, elaborando immagini con l’occhio della mente. Sono tutte fasi di massima concentrazione e rielaborazione per far nascere il linguaggio dell’arte che darà vita alle problematiche del nostro vivere quotidiano, come in un delirio controllato.
La mia officina è stata la casa e il cibo, la mia fonte.
Creare cucinando è l'organizzazione di un delirio tra materie contrastanti. Come il bene e il male, l’inferno e il paradiso, come lingerie intime e cibi. La congiunzione di questi due estremi è l’atto sublime di come siamo, una specie di crudeltà erotica che è parte del nostro vivere….forse è il vento che sibila…..
Per altro…se nella vita e nell’arte si deve soffrire, spesso ho vomitato sentendo l’olezzo putrido del pesce.
Ricetta: Patate del birichin: Patata ripiena di tonno fresco, Patata ripiena di cappa santa, Patata ripiena di gamberi e bottarga di muggine, Patata ripiena di calamaro