Luciano Pivotto
Suono, luce, fusione. Cera, elettricità, inchiostro. Tensione, dinamismo, mutazione, metamorfosi. Linguaggi. Sono questi gli elementi costitutivi dell’arte di Luciano Pivotto, (1951, Trivero – 2013, Biella).
Sin dagli esordi, alla fine degli anni ’60, la sua arte ha sempre giocato tra l’astrazione e la figurazione. Anche nel periodo di maggiore sperimentazione, Pivotto, non ha mai abbandonato la rappresentazione delle figure umane, delle costellazioni cosmiche, dei fiori e di iconografie accostanti il linguaggio sacro. Tutti questi elementi compaiono nelle opere degli anni ’80, quando utilizzando le resistenze elettriche, la cera (mai più abbandonata), le reti e lastre metalliche, i timer, gli inchiostri, il piombo e l’alluminio, egli ha realizzato una serie di installazioni che costituiscono la serie dei ‘Soffici interni’, delle ‘Costellazioni’, delle ‘Mappe’.
A partire dagli anni ’90 Pivotto inizia la propria indagine intorno al linguaggio quando attraverso l’alfabeto nautico e dei sordi Pivotto lancia il proprio grido d’aiuto (suo personale ma anche della società entro cui vive) attraverso la serie di opere ‘Avviso ai naviganti (HELP)’. Tale indagine continua a partire dal 2002 quando egli realizza le opere della serie ‘Trendy’, ‘Reality’, opere in cui le figure rappresentate sono rese attraverso frasi che ricalcano i bordi, frasi che sono spesso in contraddizione con il soggetto raffigurato.
Con amici artisti ha dato vita a spazi autogestiti e a manifestazioni, in particolare Passaggi a Nord /Ovest, il cui scopo era di ‘invadere’ la città di Biella con opere d’arte. Ha realizzato numerose personali e ha partecipato a collettive prestigiose in Italia e in Europa.