Valerio Cerasani
Dalla nebbia nasce cosa, è principalmente un gioco, il quale consiste nel voler capire cosa può nascere da dei luoghi periferici mai presi in considerazione, se non come zone dormitorio.
Da questi "residui" invece possono nascere situazioni concrete di scambio, intrecci di esperienze, anche se talvolta il tutto è nascosto da una fitta nebbia.
La mia ricerca è sempre tesa verso il paesaggio, su come esso influisca sull’uomo e viceversa. Di solito i miei interventi consistono nel focalizzare l’attenzione su ciò che mi circonda, una volta constatato il reale, scompongo, stravolgo quello che vedo.
Immagino luoghi nuovi, nuove realtà formate talvolta da zone di colore che riempiono i vuoti e talvolta da linee che spezzano la monotonia.
La parola d’ordine è cambiamento, se serve anche violento, non voler accettare questa oggettività statica imposta da altri. La mia è una reazione, mediante una rivoluzione visiva, stravolgo il paesaggio rendendolo libero dal suo ruolo prestabilito.
Alzo i ‘miei ponteggi visivi’, mai fissi, i quali mi permettono di concentrare lo sguardo sull’immagine e non lasciarla così sfuggire, travolta dalle centinaia di reclame che invadono il nostro immaginario.
La nostra generazione è vittima del ‘già fatto’ e dell’’impossibile da cambiare’, bisogna ricominciare a credere nella forza delle idee.