Aurelio Andrighetto

Aurelio Andrighetto

Parco Palazzo Solaroli

Le sculture esposte sono copie in gesso tratte da esemplari greci e romani. Sono sculture “impossibili” perché trasformate in immagini grafiche e fotografiche attraverso la costruzione di false ombre. Alcune sono state fotografate e poi stampate in digitale sulle sculture, altre sono state dipinte ad aerografo con la collaborazione di Tiziano Colombo. L’incoerenza tra la luce ambiente e quella rappresentata dalle ombre provoca un conflitto tra codici visivi lasciandoci nell’incertezza se assegnare alle immagini valore plastico, grafico o fotografico. Alla radice di questa incertezza si trova una visione grafica e fotografica della scultura antica (vedi articolo Il glamour degli dèi e degli eroi in www.doppiozero.com). Tecniche di produzione visiva, codici e linguaggi interagiscono tra loro e con la realtà ristrutturando la visione che ne abbiamo, visione che s’innerva nella realtà stessa trasformandola, non semplicemente rappresentandola, in questo caso nel segno dell’ambiguità e dell’incertezza.
Aurelio Andrighetto esplora i problemi percettivi e cognitivi posti dal vedere attraverso strumenti, tecniche, codici e linguaggi che interagiscono tra loro nelle culture e sub-culture del contemporaneo. Ha pubblicato interventi d’artista, brevi saggi, narrazioni e articoli in riviste e quotidiani (Arca, Boîte, Doppiozero, Ipso Facto, Nuova Prosa, Riga, Il Verri, Il Riformista), eBook e volumi (Apeiron, Bacacay, Contemporanei, Doppiozero, Graphos, Mondadori). Ha esposto le sue opere e presentato le sue teorie sullo sguardo presso musei, centri di ricerca e gallerie (Continua, E/static, Gamec, Man, Mart, Milano, Mlac, Mudima, Neon, Franco Soffiantino).