Irina Novarese
Irina Novarese è nata a Torino 1972. Dopo gli studi presso l'Accademia di Belle Arti di Torino si trasferisce nel 2000 a Berlino dove nel 2008 termina il Master in Art in Context presso l'Universität der Künste.
Ha esposto in varie gallerie, musei e progetti indipendenti in Italia, Spagna, Venezuela, Cina, Germania, Francia, Polonia, USA e Ungheria e ha preso parte a diverse residenze artistiche internazionali tra cui Serbia e Stati Uniti.
Lavora con la galleria Cànem, in Spagna, la galleria Odalys, Spagna-Venezuela e NOPX di Torino.
Attiva in diversi progetti partecipativi ed interdisciplinari, ha presentato alcuni di questi alla 10. Biennale di Architettura di Venezia (2006), la 2. Ghetto Biennale di Haiti (2012) e alla 12. Biennale dell'Havana (2015). É curatrice di Hydromemories: un progetto interdisciplinare sul tema dell'acqua, che sostiene concretamente le costruzioni di pozzi d'acqua in Tanzania.
La sua pratica artistica puó essere descritta come multidisciplinare: il processo concettuale è profondamente connesso con la produzione visiva attraverso una vasta gamma di mezzi tra i quali: video, fotografia, scrittura, disegno.
Presenta: LANDOLOGY. Scorci di una politica delle differenze
“Si, chiunque può costruire ed arredare la propria casa secondo il proprio gusto. Guarda, c’è un edificio gotico accanto ad una casa pompeiana, e c’è una villa romana vicino ad un piccolo castello barocco”. Ci sembra che le case non siano costruite di mattoni e pietra, come nel diciannovesimo secolo. E riguardo ai metodi di costruzione in questo paese? “È molto semplice e veloce: un liquido che si solidifica gradualmente viene versato nello stampo dell’edificio. A seconda di quanto sia ricco il proprietario, il liquido è una sostanza scadente o un materiale che assomiglia a marmo e pietre nobili”.
Guenther Feuerstein in URBAN FICTION. A proposito di Paolo Mantegazza (1831-1910) “Anthropolis in the year 3000” *1897
Il processo lento di mappatura fittizia e comunque approssimativa si confronta con il reale flusso accelerato della città, che viene proposta ai singoli come luogo ultimo del sociale. Strutture urbane tra desiderio e repulsione, tra necessità ed extralusso, sono al centro del progetto LANDOLOGY di Irina Novarese.