Noemi Rem & Vàlan
Centro incontro G. Cristina – 1° piano, piazza Cavalieri
Noemi Remmoldi e Andrea Valle, nati a Milano nel 1971, vivono e lavorano ad Invorio e dintorni.
Sposati, sono artisti autodidatti, appassionati da sempre di fotografia, arte moderna e contemporanea. Nel 2010 elaborano un progetto comune e formano il loro duo artistico. Nel 2011 sono finalisti al Premio Arte, espongono con i vincitori al Palazzo della Permanente di Milano e vengono inseriti nel Catalogo dell’Arte Moderna n. 47. Chiamano le loro opere “Visioni REM”, e le definiscono “installazioni fotografiche dall’ atmosfera onirica, i cui elementi si relazionano tra di loro e intorno a loro con inclinazioni anticonvenzionali”.
In pratica sono trittici accompagnati da brevi poesie, caratterizzati da foto inclinate con una precisa angolazione, in cui i soggetti rimangono di solito riconoscibili nonostante distorsioni e sfocature operate per dare al tutto un’ aria surreale, da sogno. Nei lavori di geometria, queste opere corali vogliono ispirarsi ai dinamismi di Umberto Boccioni, alle sintesi plastiche di Luigi Russolo e ai paesaggi futuristi di Gerardo Dottori.
Nella scelta dei soggetti, invece, guardano alla poesia contemporanea degli scatti di Luigi Ghirri e Candida Höfer, il tutto rielaborato con un progetto personale. In ogni trittico la foto centrale è l’ unica dritta, e contiene una linea evidente, o al massimo due, che diventa di “riferimento”. E’ sempre una linea obliqua, espressione di movimento, usata come simbolo dell’ onnipresente movimento di idee nella società d’ oggi; infatti quella linea di riferimento causa la ridisposizione delle altre stampe del trittico. I fianchi della prima e terza foto non sono più paralleli alle pareti della stanza, come si usa di solito, ma assumono la stessa inclinazione della linea obliqua al centro. Se poi il trittico vuole farsi scultura da parete o installazione ambientale, può “attirare” davanti a sé o a muro diversi oggetti di uso quotidiano, assemblati e ricollocati secondo regole precise. Nascerà in questo modo una rete di relazioni e sostegni fra tutti gli elementi dell’ installazione. Inoltre, chi fruisce dell’ opera può divertirsi a mutare di posizione ogni elemento, facendolo ruotare tra un certo numero di punti pre-definiti. Si richiamerà così, in maniera più completa, il dinamico mutare di posizioni del nostro vivere in questa società fluida. Nelle Visioni REM, in ultimo, il messaggio visivo di insieme vuole sembrare il ricordo di un sogno ancora in movimento.
Sposati, sono artisti autodidatti, appassionati da sempre di fotografia, arte moderna e contemporanea. Nel 2010 elaborano un progetto comune e formano il loro duo artistico. Nel 2011 sono finalisti al Premio Arte, espongono con i vincitori al Palazzo della Permanente di Milano e vengono inseriti nel Catalogo dell’Arte Moderna n. 47. Chiamano le loro opere “Visioni REM”, e le definiscono “installazioni fotografiche dall’ atmosfera onirica, i cui elementi si relazionano tra di loro e intorno a loro con inclinazioni anticonvenzionali”.
In pratica sono trittici accompagnati da brevi poesie, caratterizzati da foto inclinate con una precisa angolazione, in cui i soggetti rimangono di solito riconoscibili nonostante distorsioni e sfocature operate per dare al tutto un’ aria surreale, da sogno. Nei lavori di geometria, queste opere corali vogliono ispirarsi ai dinamismi di Umberto Boccioni, alle sintesi plastiche di Luigi Russolo e ai paesaggi futuristi di Gerardo Dottori.
Nella scelta dei soggetti, invece, guardano alla poesia contemporanea degli scatti di Luigi Ghirri e Candida Höfer, il tutto rielaborato con un progetto personale. In ogni trittico la foto centrale è l’ unica dritta, e contiene una linea evidente, o al massimo due, che diventa di “riferimento”. E’ sempre una linea obliqua, espressione di movimento, usata come simbolo dell’ onnipresente movimento di idee nella società d’ oggi; infatti quella linea di riferimento causa la ridisposizione delle altre stampe del trittico. I fianchi della prima e terza foto non sono più paralleli alle pareti della stanza, come si usa di solito, ma assumono la stessa inclinazione della linea obliqua al centro. Se poi il trittico vuole farsi scultura da parete o installazione ambientale, può “attirare” davanti a sé o a muro diversi oggetti di uso quotidiano, assemblati e ricollocati secondo regole precise. Nascerà in questo modo una rete di relazioni e sostegni fra tutti gli elementi dell’ installazione. Inoltre, chi fruisce dell’ opera può divertirsi a mutare di posizione ogni elemento, facendolo ruotare tra un certo numero di punti pre-definiti. Si richiamerà così, in maniera più completa, il dinamico mutare di posizioni del nostro vivere in questa società fluida. Nelle Visioni REM, in ultimo, il messaggio visivo di insieme vuole sembrare il ricordo di un sogno ancora in movimento.