Matilde Domestico
Parco Neogotico
Matilde Domestico, artista torinese, inizia il suo percorso artistico negli anni Novanta, utilizzando un linguaggio espressivo che concretamente si converte nella scelta della tazza come segno, strumento eletto a costruire infinite combinazioni seriali e come oggetto capace di essere un veicolo di comunicazione stabile in un mondo in continuo divenire.
Non a caso l’uso stesso della ceramica ci riporta a un tempo remoto in cui l’uomo, artefice di se stesso e della sua fortuna, ha individuato in essa un mezzo attraverso il quale affermarsi ed evolversi.
..."L'unione della antichissima forma/funzione nelle tazze nelle opere di Matilde Domestico viene spezzata, dislocata in un contesto insolito, precario nella sua instabilità....". (Mirella Bandini).
Il fragile materiale di uso quotidiano, che l’artista preleva con forza e ironia per estraniarlo dalla sua dimensione consueta, si connota di altri significati che rientrano nel solco tracciato dalle Avanguardie Storiche, attente alla poetica dell’oggetto.
La tazza rappresenta il punto di partenza, colei che parla delle relazioni umane, della quotidianità con un sguardo attento agli aspetti, gesti abituali, riti che scandiscono il tempo delle giornate.
Cumuli di cocci, tazze in porcellana, aggregati tra loro danno origine a installazioni ambientali che possono essere collocate all’aperto come nel caso di "Pioggia di Tazze", costituita da centinaia di tazze bianche che scendono dai rami di un maestoso albero, e con piccoli specchi che riflettono le luci e parti dello spazio circostante.
L'opera ambientale è accompagnata dalle scenofonie ideate da Roberto Tarasco, con suoni, rumori di cocci, intercalati ai versi di civette, gufi, animali notturni abitanti della notte nel parco. Un'installazione da guardare, osservare e da ascoltare.
Fondamentale la relazione che l’artista ha stabilito nel tempo con l’Industria Porcellane I.P.A. di Usmate (MB), azienda italiana produttrice di candide e levigate tazze di porcellana, che da sempre partecipa e sostiene la realizzazione delle opere.
Non a caso l’uso stesso della ceramica ci riporta a un tempo remoto in cui l’uomo, artefice di se stesso e della sua fortuna, ha individuato in essa un mezzo attraverso il quale affermarsi ed evolversi.
..."L'unione della antichissima forma/funzione nelle tazze nelle opere di Matilde Domestico viene spezzata, dislocata in un contesto insolito, precario nella sua instabilità....". (Mirella Bandini).
Il fragile materiale di uso quotidiano, che l’artista preleva con forza e ironia per estraniarlo dalla sua dimensione consueta, si connota di altri significati che rientrano nel solco tracciato dalle Avanguardie Storiche, attente alla poetica dell’oggetto.
La tazza rappresenta il punto di partenza, colei che parla delle relazioni umane, della quotidianità con un sguardo attento agli aspetti, gesti abituali, riti che scandiscono il tempo delle giornate.
Cumuli di cocci, tazze in porcellana, aggregati tra loro danno origine a installazioni ambientali che possono essere collocate all’aperto come nel caso di "Pioggia di Tazze", costituita da centinaia di tazze bianche che scendono dai rami di un maestoso albero, e con piccoli specchi che riflettono le luci e parti dello spazio circostante.
L'opera ambientale è accompagnata dalle scenofonie ideate da Roberto Tarasco, con suoni, rumori di cocci, intercalati ai versi di civette, gufi, animali notturni abitanti della notte nel parco. Un'installazione da guardare, osservare e da ascoltare.
Fondamentale la relazione che l’artista ha stabilito nel tempo con l’Industria Porcellane I.P.A. di Usmate (MB), azienda italiana produttrice di candide e levigate tazze di porcellana, che da sempre partecipa e sostiene la realizzazione delle opere.